Come aprire una casa vacanze: consigli e informazioni pratiche

Vorresti mettere a reddito il tuo immobile e stai cercando consigli e approfondimenti su come aprire una casa vacanza? Allora, sei arrivato nel posto giusto! Qui di seguito troverai una guida – con informazioni pratiche e utili – per aprire e regolarizzare la tua attività di casa vacanza. Iniziamo con un po’ di “sano” linguaggio burocratico e, quindi, citeremo come riferimento la sentenza n. 6755 del 13.06.2016 con la quale il TAR del Lazio (Tribunale Amministrativo Regionale) ha annullato alcuni articoli del Regolamento Regionale n. 8 del 7 agosto 2015, tra i quali la forma non imprenditoriale delle attività ricettive extralberghiere.

come aprire una casa vacanza

Scopri anche l’iter di registrazione dei contratti di locazione.

Pertanto, al netto di tutto ciò che è avvenuto prima, devi ricordarti che a partire dal 14 giugno 2016, data di comunicazione della pubblicazione della sentenza, per le nuove istanze di SCIA per le attività di casa vacanza si deve trasmettere esclusivamente in via telematica una Segnalazione Certificata di Inizio Attività (S.C.I.A.) corredata degli atti e delle dichiarazioni che dimostrano il possesso dei requisiti funzionali e strutturali necessari per lo svolgimento dell’attività ricettiva.

La casa vacanze è disciplinata ai sensi della legge 17 maggio 1983, n. 217, che ne definisce la classificazione delle case e appartamenti per vacanze destinati all’attività ricettiva diretta alla produzione di servizi per l’ospitalità.
Chiariamo che gli immobili residenziali indirizzati a questo tipo di attività (catastalmente possono essere quelli accatastati A1 – A2 – A3 – A4 – A5 – A7 – A8 – A11) NON possono essere residenza o domiciliazione della proprietà, ciò significa che all’interno non ci potranno abitare i proprietari, ma devono essere appartamenti arredati da destinare all’affitto dei turisti.

Differenza tra b&b e casa vacanze

Questo tipo di attività, a differenza del sistema B&B, non prevede alcun tipo di servizio accessorio (come ad esempio le pulizie, lavaggio e cambio biancheria nel corso della locazione o l’organizzazione di escursioni cittadine etc..) e/o somministrazione e preparazione di alimenti e bevande (cioè non viene servito alcun pasto) che verranno preparati singolarmente dagli ospiti nella zona cottura dell’immobile.
Questo tipo di attività può essere affettuata a titolo di persona fisica (e in questo caso si potranno indirizzare a tale attività al massimo 2 appartamenti di proprietà), oppure in forma imprenditoriale, cioè con apertura di partita iva e nel caso si abbiano 3 appartamenti minimo.
Occorre, poi, specificare che nel caso di forma personale non imprenditoriale ci dovrà essere un periodo di inattività pari ad almeno cento giorni nell’anno solare e verrà applicata una tassazione delle rendite variabile dal 23% al 43%, in base al fatturato e senza alcuna detrazione fiscale. Il reddito sarà tassato come reddito di fabbricato, mentre nel caso di forma imprenditoriale la tassazione seguirà le varie IRAP, IRES, INPS ma con la possibilità di detrarre eventuali collaborazioni domestiche e professionali di intermediari.

Sempre con riferimento alla forma non imprenditoriale – se la locazione dura meno di 30 giorni – non si ha alcun obbligo di registrare il relativo contratto di affitto all’Agenzia delle Entrate e pagare l’imposta di registro, mentre se il periodo supera un mese – oltre a questi obblighi – è previsto per il locatore anche quello di non segnalare alla Polizia di Stato in caso di affitto da parte di un cittadino UE , mentre se il conduttore è un cittadino extracomunitario tale comunicazione va fatta entro 48 ore indipendentemente dalla durata del contratto e allegando il permesso di soggiorno dell’ospite.

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